""Una decina di ambulanze ferme per ore e ore davanti all'ospedale San Giovanni, sette al Sant'Andrea, sei al San Camillo, cinque al Sandro Pertini - ieri a Roma - perché i rispettivi pronti-soccorso erano strapieni, non c'erano più barelle e posti-letto per accogliere i nuovi malati e così, per lunghissimo tempo, questi poveri nuovi malati sono stati costretti a rimanere senza soccorso e le ambulanze a non poter accorrere ove fosse necessaria, ancora, la loro presenza".
Da "Terzo Mondo", dunque, in una che vorrebbe ancora accreditarsi come una capitale moderna ed efficiente. Vergognoso, incredibile, intollerabile. Già come fenomeno in sé. Ma ancor più in quanto, nelle loro buste-paga e nelle loro pensioni, i cittadini del Lazio continuano a vedersi sottrarre una sempre maggiore aliquota di Irpef in favore della Regione che alla sanità dovrebbe sovrintendere. Non certo con i tagli al personale e ai posti-letto. Ma, naturalmente, con i tagli a quegli sprechi che non riesce, evidentemente, ad eliminare. A cominciare da quelli nei suoi uffici.
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