"Ora Renzi è sulla tolda di comando - è ancora un altro appunto di Denis Verdini sulla sua scrivania - che addomestica la tigre comunista alla sua sinistra, prepara rappresaglie e, intanto, organizza le truppe come faceva Masaniello: quelli con il fazzoletto di qua, quelli senza fazzoletto di là".
Solo due su tre, però, sembrano realistici questi appunti di Denis Verdini. Il primo: quello che il "premier" Renzi sia riuscito a conquistare un gruppo di soccorritori che comunque, se oggi vengono definiti "Responsabili", quando qualcuno arrivò in soccorso di Berlusconi, l'attuale vicesegretaria del Pd, Debora Serracchiani, non esitò a dire: "Eccoli, i "Disponibili" che chiedono un piatto di lenticchie e questo piatto sarebbe il simbolo giusto per la loro formazione". Dimenticando oggi, fra l'altro, che, mentre i "Disponibili" pro-Berlusconi furono 160 in cinque anni, i "Responabili" pro-Renzi sarebbero già 173 in soli due anni. Il secondo appunto realistico: quello che il "premier" Renzi starebbe preparando rappresaglie con riferimento, evidentemente, alle prossime norme del Governo in materia di emittenza televisiva, fisco e giustizia. Quello che non sembra invece realistico è il convincimento che Matteo Renzi, con la rottura del "Patto del Nazareno", sia riuscito ad addomesticare la tigre comunista alla sua sinistra. Ne è testimonianza, infatti, che la tigre comunista ha invece intensificato e irrobustito i suoi ruggiti: non solo riproponendo la richiesta di modifiche all' "Italicum" e alla riforma del Senato, ma, ora, sostenenedo chiaro e tondo che l'approdo di "Scelta civica" nel Pd è un segnale negativo perché rappresenta la conferma che il partito va così al centro, se non addirittura a destra. Fatto che, secondo il bersaniano Alfredo D'Attorre, accorcerebbe i tempi "per costruire un'alternativa al "renzismo" in vista del prossimo congresso". Come dire insomma, con tutto il rispetto per gli appunti e i foglietti di Denis Verdini, che, se "Forza Italia" sta molto male, non è che il Pd, in questo momento, stia troppo bene. E per il Paese, purtroppo, tutto ciò non può essere affatto positivo. E dovrebbe essere un primo brutto momento per l'ancora silente nuovo Presidente della Repubblica.
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