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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

giovedì 5 febbraio 2015

In nome della legge, "writer", ti assolvo

"Il Tribunale dei minori di Roma - ha pubblicato il sito "Romafaschifo" - ha emesso una sentenza di non luogo a procedere, contro un "writer" rinviato a giudizio, per irrilevanza del fatto".
L'irrilevanza del fatto è stata giudicata quella di avere imbrattato con numerose scritte a colori, usando bombolette spray, i vagoni di una società ferroviaria di trasporti. "Un fatto oggettivamente tenue - a leggere, fra l'altro, nella motivazione del Tribunale dei minori di Roma - che non desta, in definitiva, alcun allarme sociale e che, se il procedimento processuale fosse proseguito, avrebbe anche compromesso le esigenze educative del ragazzo". Imbrattare treni, così come ogni altro bene comune, ogni nuova cosa pubblica, ogni centimetro quadrato della città, muri di palazzi e di scuole - secondo il Tribunale dei minori di Roma - sono dunque fatti oggettivamente tenui e che non devono destare alcun allarme sociale. Come se, invece, questi comportamenti tutt'altro che tenui non comportassero già un danno a carico, alla fine, dei cittadini. E non presupponessero già un più che probabile segno precursore, anche per l'incoraggiamento di certe sentenze, di comportamenti di serio allarme sociale. Quanto poi alla preoccupazione di non dover interrompere le esigenze educative di  ragazzotti del genere (molti dei quali, come accertato dalla Polizia ferroviaria, sono "figli di papà" dell'alta borghesia) c'è da chiedersi quali esigenze educative. Quelle in famiglie che, evidentemente, non si preoccupano di farli crescere normali e rispettosi dell'altrui? O quelle delle scuole dove loro vanno quando non hanno altro da fare e dove, peraltro, i professori contano ormai, purtroppo, come il due di briscola? Forse il Tribunale dei minori di Roma - con tutto il rispetto - farebbe bene a tarare meglio di suo "buonismo". A forza di "buonismo"  - non solo, per carità, del Tribunale dei minori di Roma - si stanno aprendo sempre più le porte, infatti, ad un "cattivismo" spesso anche cinico e feroce. Non è un parere: è, purtroppo, cronaca di tutti i giorni.
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