"Il piano per la riforma della Rai - ha confermaato il "premier" Renzi - verrà portato al prossimo Consiglio dei Ministri per un confronto preliminare, poi sottoposto ad una commissisone di esperti per un parere tecnico-giuridico, infine trasformato in un disegno di legge per il dibattito e la votazione in Parlamento".
L'iter del piano, va riconosciuto, è quanto mai improntato ad un metodo di vera democrazia. C'è però qualcosa, all'interno di quel piano, che con la vera democrazia fa invece a pugni: la proposta, cioé, che la nuova Rai sia guidata solo da un amministratore delegato nominato dal Governo. L'informazione pubblica radiotelevisiva, insomma, sotto stretto inammissibile controllo di chi eserciti il potere. E, dunque, quello che sarebbe un pericolosissimo passo indietro: da una Rai Anni Duemila, tutto sommato abbastanza libera, ad un Eiar Anni Trenta controllata da un uomo solo. Un uomo solo, in quel tempo, di nome Benito.
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