"Oltre alle venti ragazze da ascoltare, nell'ambito del cosiddetto "Processo Ruby ter", in quanto sospettate di essere nel "libro paga" di Silvio Berlusconi per avere affermato che le cene di Arcore non erano affatto "a luci rosse" - ha fatto sapere, ai pubblici ministeri della Procura di Milano, quel ragioniere Giuseppe Spinelli che gestisce le casse del cavaliere disarcionato - ne verrebbero "stipendiate" anche un'altra decina ospiti delle cene a Villa San Martino e a Palazzo Grazioli".
Ohibò - saranno saltati sulla sedia i pubblici ministeri della Procura di Milano - ma allora, qui, l'affare s'ingrossa. E dunque - come sembra - queste altre dieci ragazze saranno perlomeno ascoltate poiché il sospetto è che vengano pagate in quanto potrebbero sapere e raccontare, altrimenti, fatti che danneggerebbero Berlusconi in giudizio. L'augurio è che, ora, il ragioniere Giuseppe Spinelli non vada però a fare nomi e cognomi delle collaboratrici domestiche che, la mattina dopo ogni cena più o meno "rossa", venivano chiamate a rassettare e a riordinare stanze e saloni. Perché - poveracce - potrebbero essere chiamate anche loro, dai pubblici ministeri della Procura di Milano, per sapere se siano state pagate soltanto per i loro servizi domestici o anche per tacere sui resti dell'eventuale "rosso" lasciato in giro la notte prima. Perché Berlusconi è Berlusconi. E sembra esserci sempre, anche, questa ossessione di conoscere fino a che punto l'affare di Berlusconi, nonostante stiano trascorrendo inesorabili gli anni, riuscirà ancora ad ingrossarsi.
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