"Il Pd romano - è possibile leggere nella "relazione intermedia" di mappatura dei circoli cittadini redatta, su incarico del presidente nazionale Matteo Orfini, da Fabrizio Barca - un partito non solo cattivo, ma pericoloso e dannoso... dove non c'è trasparenza... che lavora per gli eletti anziché per i cittadini... e dove appaiono deformazioni clientelari e una presenza massiccia di "carne da cannone da tesseramento"".
Un Pd romano, allora, ufficialmente identificato come "brutto, sporco e cattivo"? No - si legge, anche, nella "relazione intermedia" di Fabrizio Barca - non tutto perché, " all'altro estremo, si trovano anche i segni di un partito davvero buono che esprime progettualità, capacità di raggruppamento e di rappresentanza, che ha la percezione della propria responsabilità territoriale e sa agire con le istituzioni". Oltre che "un partito che lavora sodo, ma a cui manca il metodo moderno per farcela... e un partito dormiente dove si intravedono le potenzialità e le risorse per ben lavorare". Non tutto da buttare, insomma. Ma solo quando sarà stato possibile conoscere i dati della "relazione conclusiva" di Fabrizio Barca si saprà esattamente, dopo avere buttato i "brutti, sporchi e cattivi", quanto Pd romano buono rimarrà. E quanto se ne dovrebbe possibilmente integrare.
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