Sulla Via Prenestina a Roma - in una stradina laterale all'altezza di Rocca Cencia - c'è una delle tante vergognose discariche abusive".
Ma la prostituta che lavora a qualche metro di distanza e tanto meno i suoi clienti non se ne curano. Anche se la maggior parte dei detriti scaricati sono frammenti di lapidi cimiteriali alcune, ancora, con i nomi e le foto dei defunti. Una questione, la loro, certamente di spregevole cinismo e di trucida insensibilità. Ma una questione inaccettabile e di turpe comportamento da parte di chi gestisce, a poche centinaia di metri, un mega-impianto di quell'Ama s.p.a. che pure non disdegna di essere definita la "public utility" del Comune di Roma "per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani", ma anche "per l'espletamento dei servizi cimiteriali e per il mantenimento del decoro urbano". Una questione che diventerebbe ancor più inaccettabile e turpe, se, ora che è venuta alla luce, non fosse risolta con la doverosa urgenza. E, ove il sindaco Marino stentasse a crederci, facesse un sopralluogo. Magari in bicicletta. E facesse pulizia. No, per carità, rimuovendo lui la vergognosa discarica. Ma rimuovendo, magari, qualche dirigente cieco o menefreghista del mega-impianto prenestino dell'Ama s.p.a.
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