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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

sabato 7 marzo 2015

Basta con la retorica e i rametti di mimosa

"Senza le donne - ha anticipato la "Giornata internazionale della donna", in un Quirinale giallo di mimose, il Capo dello Stato - l'Italia sarebbe più povera e più ingiusta... Voi donne siete il volto prevalente della solidarietà, il volto della coesione sociale... Dovremmo ricordarlo costantemente e non dovremmo smettere mai di ringraziarvi".
Un riconoscimento più che giusto, ma che - senza manacare di rispetto al Capo dello Stato - sa tanto di vecchia retorica. Perché è vero che che l'Italia sarebbe sempre stata e sarebbe tuttora più povera e più ingiusta senza le donne, ma - una volta tramontata la loro annuale "Giornata", le donne continuano ad essere più povere e più ingiustamente considerate proprio dall'Italia. Dallo Stato che continua a non garantire loro certi diritti e i servizi più essenziali, dai datori di lavoro i quali continuano a retribuirle, grazie alla complicità del Parlamento e dei sindacati, con salari e con stipendi inferiori, a parità di ruoli, ai salari e agli stipendi maschili. Giusto, anche, il monito di doverlo ricordare costantemente. Meglio sarebbe, però, con i fatti concreti. E giusto, ancora, l'invito a non smettere mai di ringraziare queste nostre donne. Ma queste nostre donne - si lascino stare i sorrisi di beatitudine di Laura Boldrini e di Rosy Bindi alle parole del Capo dello Stato - dovranno davvero essere ancora e sempre ringraziate, per il ruolo determinante che continuano a svolgere, con un ipocrita 8 marzo, piogge di retorica qua e là, una rosa e un rametto di mimosa? Con un domani, poi, come sempre. Domani un altro giorno. Il solito altro giorno vergognoso. Vergognoso non certo per loro.
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