"Totò Cuffaro - da tre anni in carcere per scontare una condanna a sette anni per favoreggiamento aggravato della mafia - aveva chiesto, due anni fa, di poter essere presente ai funerali di suo padre, ma il magistrato di turno gli aveva concesso il permesso solo a funerali conclusi".
Oggi ancora peggio. Poiché la madre, malata di demenza senile, gli sta morendo, ha chiesto, al magistrato competente, di poterla incontrare per l'ultima volta. Ma il magistrato competente glielo ha seccamente negato. Con una motivazione, peraltro, di un cinismo agghiacciante: tanto, ridotta in quelle condizioni, lei non potrebbe neppure riconoscerlo. E va bene che Totò Cuffaro è stato un favoreggiatore della mafia, però questo può giustificare i due no a fargli dare un ultimo saluto ai suoi genitori? La Giustizia, troppe volte blanda e benevola anche nei confronti di omicidi e di pedofili, questa volta voluto invece essere dura e inesorabile. Per un valido motivo? E, in questo caso, quale? Oppure senza un valido motivo? E, allora, perché?
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