"Un ristoratore di Firenze - con decisione del giudice Claudia Panteri - è stato condannato a 5 mila euro di ammenda per avere tenuto aragoste ancora vive nel ghiaccio e, quindi, a temperature così rigide da causare loro sicure sofferenze".
Anche gli animali vanno giustamente tutelati e, quindi, nulla da eccepire per l'ammenda inflitta al ristoratore fiorentino. Solo, però, una domanda: ma perché le norme - o i giudici - non infliggono ammende, allora, quando le aragoste ancora vive vengono gettate a cuocere nell'acqua bollente? Sotto zero è punibile, dunque, ma a cento gradi è lecito? Sembra - anzi è - non solo una incredibile contraddizione, ma anche una valutazione molto stupida. Qualcuno, sfidando la lobby dei cuochi e i ricchi buongustai, dovrebbe forse occuparsene.
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