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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

sabato 9 luglio 2016

Che l'Angelino resti

"Dopo le intercettazioni che hanano coinvolto il padre e il fratello del Ministro Alfano, in certe inquietanti storie di raccomandazioni, due italiani su tre - secondo un sondaggio "Agorà-Ixe" - sono favorevoli alle dimissioni dell'Angelino".
L'Angelino, però, non ha alcuna intenzione di lasciare il suo Paradiso-Viminale. Nè, a farglielo lasciare per forza, ha alcuna intenzione, a differenza di come comportatosi con il "caso Lupi" e con il "caso Guidi", il "premier" Renzi. Che i due italiani su tre i quali vorrebbero invece le dimissioni, spontanee o meno, vadano a farsi friggere. Non si vorrà mica mettere il valore di una semplice opzione popolare con il supremo interesse  di non aprire una crisi in un momento non favorevole al Governo. E, forse, neppure a quella opposizione non ancora pronta alla pugna antirenziana. Che l'Angelino, dunque, resti al suo posto. Anche se non in nome e per volontà del popolo italiano, ma in nome e per volontà di una politica sempre più interessata a se stessa più che al Paese. Viva l'Italia allora. Ma non quella pedestre di Antonio Conte. Quella, altrimenti pedestre, di Matteo Renzi, di Silvio Berlusconi, di Matteo Salvini e di Beppe Grillo in testa.
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