"I golpisti - ha detto il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan tornato prontamente alla guida del Paese - sono come i terroristi".
Detto di quelli i quali hanno cercato di cacciarlo con un golpe "soft" o addirittura "comic", magari una esagerazione. Come i terroristi, invece, alcuni suoi "democratici" sostenitori i quali, al grido di "Allah akbar", hanno decapitato, sul ponte del Bosforo, uno dei soldati che avevano partecipato alla rivolta e altri ne hanno linciati. Ad inquietante dubbio che coloro i quali Erdogan continua ad indicare al mondo come suoi nemici siano, alla fine, suoi amici. Si chiamerebbe, ove il dubbio dovesse divenire certezza, doppio gioco alla turca.
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