"Stefano Parisi - dopo avere accettato, da Silvio Berlusconi, di costruire un programma liberal popolare concreto e vincente per rilanciare "Forza Italia" e il centrodestra - non è stato però accolto, come prevedibile, dall'applauso dei vecchi colonnelli. Dopo le frecciatine dei due capigruppo alla Camera e al Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, ora, addirittura, le dimissioni minacciate dal Governatore della Liguria, Giovanni Toti".
Ma, forse, il muro innalzato davanti a Stefano Parisi potrebbe cedere, almeno un po', considerato che lui ha tenuto a precisare di non avere accettato il ruolo di coordinatore del partito. Di non dover essere considerato il prescelto del signore di Arcore, ma di dover essere visto, soltanto, come un semplice incaricato di buttare giù un programma che dovrà poi essere esaminato e discusso in una "convention" già fissata per la metà di settembre. Settembre, probabilmente, perché a Stefano Parisi piace il cantautore Francesco Guccini. E in particolare là dove, in una sua canzone, definisce settembre "il mese del ripensamento... Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità". Basta che qualcuno, invece, non si rifaccia Gabriele D'Annunzio: "Settembre, andiamo. E' tempo di migrare".
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