"Erdogan - gli hanno mandato a dire l'Unione europea e la Nato - il "golpe" non è stata sì una buona cosa, ma adesso niente pena di morte e repressioni violente colntro i suoi protagonisti militari e civili. Altrimenti..."
Altimenti che cosa? Altrimenti niente ingresso nell'Unione europea e uscita dalla Nato. Ma il Presidente turco, abile come un turco venditore di tappeti, potrebbe scegliere fra due opzioni. O infischiarsi di quanto gli è stato mandato a dire o imporre dure condizioni per accettarlo. Può permetterselo. Perché, se lo caccia la Nato, ecco pronto Putin ad accoglierlo fra le sue braccia e chissà che fine farebbero quelle cinquanta bombe all'idrogeno stivate nei "bunker" di Incirlik. E, se l'Unione europea non lo accoglie, ecco pronti i barconi con milioni di migranti verso Grecia ed Italia. E tante grazie per i tre miliardi già incassati per tenerli fermi. Attenzione, dunque, a mandare a dire, almeno, con un certo tatto. Il Presidente Recep Tayyip Erdogan non sarà più, certo, un impalatore di genti come i suoi antenati ottomani. Ma un impalatore diplomatico sì.
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