Benvenuti

"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

domenica 24 luglio 2016

Compensi Rai, vergogna legalizzata

"Ecco qua - ha anticipato la confessione, che domani avrebbe reso nota la Rai, quella birba di "Dagospia" - ecco qua gli stipendi dei dirigenti e dei giornalisti oltre i 200 mila euro annui".
Ecco qua, dunque. L'amministratore delegato Antonio Campo Dall'Orto 652 mila euro, il presidente di "Rai pubblicità" Antonio Marano 390, l'ex direttore del "Tg2" e di "Rai1 Mauro Mazza 340, la presidente della Rai Monica Maggioni 330, il direttore editoriale dell'informazione Carlo Verdelli e il direttore del "Tg1" Mario Orfeo 320, il direttore di "Rai3" Daria Bignardi 300, il direttore del "Tg2" Marcello Masi e il direttore del "Tg3" Bianca Berlinguer 280, il direttore di "Rai fiction" Eleonora Andreatta 270, il direttore di "Comunicazione Rai" Giovanni Parapini 250, l'ex direttore dei "Servizi parlamentari" Anna La Rosa, l'ex direttore Alfredo Meocci e l'ex direttore Lorenza Lei 240, l'ex conduttrice Tiziana Ferrario 238, il direttore di "Rai sport" Gabriele Romagnoli 230. E così via riccamente intascando. Con qualcuno che potrebbe comunque osservare: ma un decreto del Governo Letta non aveva stabilito in 240 mila euro annui il compenso massimo per i dirigenti e i dipendenti delle aziende pubbliche? Certamente. Solo che, grazie all'emissione di un "bond" da 350 milioni di euro quotato alla Borsa di Dublino, la Tv di Stato si è collocata nel novero delle società pubbliche esonerate dl "vincolo 240 mila euro" in quanto, appunto, quotate o emittenti di titoli negoziati sui mercati ufficiali. Una furbata, insomma, da "Guiness dei primati". A conferma, ancora una volta, che, fatta la legge, trovato l'inganno. Vergognoso, ma, a maggior vergogna, legale. Utenti Rai, state sereni, suvvia, Maremma paraventa.
.

Nessun commento: