"Sono le 11,40 - ha detto il presidente della Corte d'appello di Trieste - e, per la sentenza nei confronti di Fiorella Fior accusata di avere ucciso il suo compagno, ci si rivede alle 14,30".
Tre ore per giungere ad un verdetto più giusto possibile? No: per andare, con tutta la Corte, al ristorante. Dove, però, c'erano anche i difensori dell'imputata. I quali, naturalmente, hanno preso la balla al balzo e hanno denunciato il presidente dal "languorino facile". Che è stato poi indagato per falso ideologico in atto pubblico. Meravigliandosi tuttavia molto perché - come si è difeso - non esistono norme specifiche che regolamentano la materia. Non eisterebbero, norme, insomma, che vieterebbero ad una Corte d'Appello con il suo presidente di andare, invece che in Camera di consiglio a decidere la sentenza, nel salone di un ristorante a decidere il menù. Come in camera da letto a fare, se non altro, un pisolino. O al parco-giochi a fare l'altalena. Che tempi, signora mia.
.
Nessun commento:
Posta un commento