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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

sabato 23 luglio 2016

Quel doloroso punto 5

"Al pranzo di ieri ad Arcore - a tavola Silvio Berlusconi e i suoi tredici apostoli  - sono stati esaminati, soprattutto, i dieci comandamenti dettati da Stefano Parisi, ex candidato sindaco a Milano, per lanciare un nuovo centrodestra".
Su nove, anche perché così ovvii che li avrebbe scritti anche un bambino, nessuno ha avuto da eccepire. Si è eccepito, invece, sul comandamento numero 5, là dove si dice che "occorre un rilancio dei quadri di "Forza Italia" valorizzando una nuova classe dirigente di persosne, una classe dirigente che torni a conquistare  gente e voti con affidabilità, equilibrio e determinazione". E noi - hanno infatti eccepito, chi più chi meno energicamente, i tredici apostoli - noi, cioé, non saremmo stati affidabili, equilibrati e determinanti per cui, ora, dovremmo lasciaree il posto ad altri? Saremmo, insomma, rottamati alla Matteo Renzi? Sembra che Silvio avrebbe fatto del tutto per rassicurarli, tra una porzione e l'altra patriotticamente preparata tricolore, ma non tutti si sarebbero sentiti rassicurati. E non lo avrebbero nascosto. "Parisi - ha detto, ad esempio, quel Giovanni Toti il quale ha sempre ambito lui al ruolo di "nuova forza" - non può venire ad insegnarci come fare politica". E Renato Brunetta: "Amico Stefano, prudenza". Che è tutto un voler dire, sottintendere ed ammonire. Non sarà vita facile, dunque, per i dieci comandamenti di Stefano Parisi. Anche perché non sono parsi graditi neppure a quei movimenti che, nel nuovo centrodestra, dovrebbero affiancare "Forza Italia". Giorgia Meloni, di "Fratelli d'Italia", ha storto il naso. Matteo Salvini, segretario della "Lega nord", ha addirittura fatto subito sapere come "la possibilità che Parisi, con la benedizione di Berlusconi,  possa conquistare una posizione sempre più centrale in "Forza Italia" rappresenterebbe per lui un problema". E Raffaele Fitto, Enrico Zanetti, Denis  Verdini, Angelino Alfano, Renato Schifani e i tanti altri "centrini"? Non pervenuti. E anche questo, forse, potrebbe non essere un applauso per Stefano "il decalogatore". Alla prossima puntata, allora. Pranzo o cena che sia. Con le portate tricolori o no.
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