"Il nuovo "Codice sugli appalti" in attuazione delle direttive dell'Unione europea - che era stato pubblicato, il 18 aprile scorso, dalla "Gazzetta ufficiale" - è stato pubblicato di nuovo per eliminare i 181 errori che i 220 articoli contenevano".
Il giornalista Gian Antonio Stella, nell'evidenziarlo in un documentato articolo sul "Corriere della sera" di oggi, si è alla fine chiesto, giustamente, perché mai il testo originario del "Codice" fosse stato affidato, per la sua redazione, al Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio anziché al competente Ministero delle Infrastrutture. Più che probabile questa risposta: perché al Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio c'è, benché inesperta, l'ex comandante dei vigili urbani di Firenze, che è una fedelissima del "premier" Renzi, e al Ministero delle Infrastrutture chissà quel "Codice" in quali artigli di gufo sarebbe potuto finire. Risposta - come si dice - salvo errori ed omissioni. Ma, presumibilmente, più omissioni che errori.
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