"Il Tribunale di Napoli - dopo soltanto 48 ore dalla presentazione del ricorso di Vincenzo De Luca contro il decreto governativo di sospensione da Governatore della Campania emesso in ottemperanza alla "Legge Severino" - ha intanto deciso che il ricorso è più che valido. Almeno fino al 17 luglio, quando sarà preso in esame dal Collegio giudicante che, ascoltate questa volta tutte le parti, dovrà definitivamente decidere se il decreto governativo dovrà essere respinto, modificato od accolto".
Tutto, dunque, secondo copione: concesso, a Vincenzo De Luca, il tempo necessario per eleggere una sua Giunta e un suo eventuale vice di fiducia. E in quattro e quattr'otto, mica come si decide dopo mesi o anni per un Vincenzo qualsiasi. Ma non solo: il presidente della prima sezione del Tribunale civile, nel motivare la "sospensione sua della sospensiva governativa", ha tirato le orecchie, anche tanto, a Palazzo Chigi. Definendo, quello emesso nei confronti di Vincenzo De Luca, come un "disinvolto decreto con effetti dissolutori, discredito di organi costituzionali e condizione di pericolo destabilizzante". Ma, allora, un decreto da codice penale e con un Governo da rinviare a giudizio? Il "68" (" 'a zuppa cotta"), se però non è uscito primo estratto sulla ruota di Napoli e non ha fatto vincere i giocatori partenopei, è comunque uscito - come da previsione - sulla ruota di Vincenzo De Luca e ha fatto vincere lui. Ma i giocatori partenopei sono gente allegra che non se la prende. Ora, sperando di vincere anche loro qualcosa, stanno giocando il "75" che, nella "Smorfia", è "Pulcenella". Con riferimento a chi lo sanno loro.
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