"Il sindaco Ignazio Marino - partecipando alla commemorazione delle vittime del bombardamento del 19 luglio 1943 a Roma - è stato contestato così, in particolare, da una donna: "Il parco dedicato a queste vittime, come del resto tutta la città, fa schifo per la sporcizia. Ed è una buffonata che sia stato pulito soltanto oggi in occasione della sua venuta".
Il sindaco Ignazio Marino si è scusato e, come avrebbe fatto un buon amministratore, si è impegnato ad operare affinché tutta Roma ritorni, anche, agli splendori della pulizia? Macché. Ha replicato, alla donna, con aria irata: "Ma se ne vada. E connetta i due neuroni che ha e li faccia funzionare". Una replica, oltre che incredibilmente offensiva, da neurochirugo qual è. Ma, allora, perché Ignazio Marino non torna a fare il neurochirurgo, sforzandosi comunque di essere educato, e non lascia quel Campidoglio dove non ha ancora capito di che cosa ci si debba occupare e lui che cosa ci stia a fare? A meno che non voglia restarci fino a quando abbia finito di scrivere il "De imperitia et arrogantia". Anche se in genovese-americano. Per farlo poi tradurre, in latino classico, da Cicerone. Cicerone, il gatto più colto dei Fori.
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