"Chi sappia qualcosa sulla terribile telefonata Tutino-Crocetta pubblicata da "L'Espresso" - ha invitato praticamente i giudici il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano - lo dica". I giudici però, invece di dire qualcosa su quella terribile telefonata, hanno bacchettato severamente il Ministro definendo le sue parole "inopportune" e tali da "aumentare confusione"".
Qui, allora, sarebbe tempo di farsi a capire. O "L'Espresso" - come, però, non sembrerebbe - si è inventato l'esistenza della terribile telefonata Tutino-Crocetta, ma allora dovrebbe essere denunciato dai magistrati. Oppure la terribile telefonata c'è stata davvero - come sembrerebbe - ma allora i giudici non dovrebbero continuare a "coprire" e a negare la verità. "Tertium non datur": non può esserci una terza possibilità. E il fatto è sempre più preoccupante. La Magistratura, invece di arrivare a bacchettare un Ministro della Repubblica, farebbe bene ad uscire dal suo regno di ambiguità. E a ricordare dove iniziano e dove finiscono sia i suoi diritti sia i suoi doveri. Potrebbe ricordarglielo, altrimenti, il Capo dello Stato. Costituzione alla mano.
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