"Il cosiddetto "Ruby ter" - che vede imputati per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza, in merito alle cene di Arcore, Silvio Berlusconi e un'altra trentina di persone - è stato spezzettato, dal giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Milano Laura Marchiondelli, in sette diversi processi: oltre che nella sua città, a Monza, a Treviso, a Pescara, a Roma, a Torino e a Siena. Uno in ogni luogo, cioé, dove si sarebbe consumato ogni volta il reato".
Una specie, insomma, di prendi uno e paghi sette. Per una stessa imputazione, cioé, la possibilità di pagare, per Silvio Berlusconi, sette volte. E se invece i sette procedimenti diversi, ma per la stessa imputazione, finissero alcuni con una eventuale sua condanna e altri con una sua eventuale assoluzione? Sarebbe l'assurdo nell'assurdo. Un insulto al buonsenso oltre che alla Giustizia. Con tanti saluti alle raccomandazioni del Capo dello Stato, anche recenti e anche se più raffinate, affinché i magistrati non finiscano di farla, alle volte, fuori del vaso.
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