"Più che in una cella - in Norvegia - era stato rinchiuso in un confortevole miniappartamento carcerario di 31 metri quadrati con tanto di bagno e di cucina autonomi, una zona notte, uno studio con tanto di di computer e di playstation, una palestra con anche una cyclette. Ma lui, l'estremista neonazista Andres Breivik condannato a 21 anni di galera per avere ucciso otto persone in un attentato contro il palazzo del Governo ad Oslo e, subito dopo, 69 ragazzi riuniti per la festa giovanile del partito socialdemocratico nell'isola di Utoya, lui ha citato in giudizio lo Stato perché, durante la detenzione, verrebbero violati i suoi diritti umani. Come, ad esempio, il dover usare posate di plastica, non poter utilizzare la crema idratante ed essere stato dotato di una playstation 2 e non 3".
Incredibile. Ma più incredibile è stata la sentenza dei giudici i quali, concordando con lui che verrebbero violati i suoi diritti umani, hanno condannato lo Stato a risarcirlo con 35 mila euro. E anzi che non abbiano imposto allo Stato, anche, di trasferirlo in un locale non più di 31, ma di 110 metri quadri, con tappeti persiani sui pavimenti e quadri d'autore alle pareti. Con un salone, soprattutto, per ricevere i sodali del suo movimento di estrema destra, continuare ad indottrinarli e magari, chissà, programmare qualche altro orribile attentato. Spesso si sono dovute ascoltare sentenze inquietanti e strabilianti di certi giudici italiani, ma anche certi giudici norvegesi...
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