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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

giovedì 9 aprile 2015

"Lei non sa chi sono io". E infatti...

"Io sono un magistrato della Corte costituzionale - ha intimato, ad un vigile urbano della Capitale che gli aveva elevato una contravvenzione per divieto di sosta, il più modesto giudice del Tribunale di sorveglianza Pier Franco Bruno - la multa me la deve togliere e basta". Ma, poiché il vigile urbano non si è lasciato impressionare né condizionare, il giudice lo ha prima minacciato con un "sappia che questo avrò per lei un seguito", poi ha cominciato ad offendere lui e il suo Corpo di appartenenza".
Un comportamento, indubbiamente, molto grave. Ma il giudice per le indagini preliminari di Perugia, al quale era stato affidato il caso, ha deciso che fosse tutto da archiviare. Sempre perché la legge dovrebbe essere uguale per tutti e, invece, non lo è. In modo particolare, sembrerebbe, quando si tratta di un collega magistrato. Mario Rossi, uomo della strada, sarebbe stato rinviato a giudizio, per un comportamento così, sicuramente anche per più reati.
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