"Nel testo del disegno di legge sul reato di omicidio stradale - presentato, dal relatore pd Giuseppe Luigi Cucca, in Commissione Giustizia al Senato - non più, neppure nei casi più gravi, il ritiro a vita della patente, ma soltanto la sospensione da cinque a dodici anni".
"Tra i nostri obiettivi del Patto di Governo con il Pd fino al 2018 - così aveva detto il 23 febbraio scorso, alla Direzione nazionale del suo partito, il "leader" dell'allora "Nuovo Centro Destra" e Ministro dell'Interno, Angelino Alfano - la proposta di una legge per introdurre il reato di omicidio stradale. Perché la licenza di guida non si può trasformare in licenza di morte". Ma ora? Ora che il reato di omicidio stradale è stato abbondantemente e vergognosamente annacquato nel disegno di legge presentato in Commissione Giustizia al Senato? L'Angelino si opporrà con tutte le sue risibili forze a questo annacquamento? O - come sempre accaduto, ogni volta, in passato - si rimagerà il suo proclama e si accoderà al volere del padrone? Ma, comunque, che cinico sputo in faccia, se il disegno di legge dovesse alla fine passare così come è stato presentato, ai tremila morti e ai 250 mila feriti vittime, ogni anno, di assassinii stradali. E che bel regalo ai "pirati delle quattro ruote". Perfino a quelli alla guida sotto l'effetto dell'alcool e della droga. I quali, una volta scontato il tempo della sola sospensione della patente, potranno riprendere a guidare come se nulla fosse stato e potrebbe ancora essere.
.
Nessun commento:
Posta un commento