"Duraante una riunione - convocata subito dopo il mortale attacco al Palazzo di Giustizia di Milano - quel magistrato Santi Consolo, che il Ministro della Giustizia ha scelto quale uno dei suoi collaboratori più preziosi, ha proposto, per assicurare la massima sicurezza del sito, l'introduzione di cartellini nominativi e di tornelli anche all'ingresso dei magistrati".
Più che sensato ed opportuno. Solo che i magistrati hanno subito detto no: i cartelli nominativi no. Con la giustificazione che questi cartellini verrebbero a costituire una minaccia per la loro "privacy". C'è da chiedersi, però, quale "privacy". Quella di tutelare i giorni in cui effettivamente entrano nei propri uffici e ne escono e le ore in cui ne stanno fuori? Se non così - per carità - non sarebbe allora male, se spiegassero in che cosa questi cartellini nominativi minaccerebbero la loro "privacy". E non sarebbe neppure male se, ogni volta che - come già accaduto, purtroppo, in passato - un Palazzo di Giustizia venga incredibilmente violato, poi non si lamentassero, non si piangessero addosso e non accusassero, a destra e a sinistra, di essere lasciati soli.
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