"La riforma della scuola - ha confermato il passo indietro il "premier" Renzi - non si può fare senza il massimo coinvolgimento: ascolteremo tutti, anche se servirà una settimana in più".
Saggia conferma. Solo che, mentre il "premier" Renzi ha accettato di fare un passo indietro, il Ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ha deciso di fare un passo avanti, ma tanto avanti da mostrarsi addirittura illegittimo proprio perché compiuto quando la riforma non è stata ancora approvata e potrebbe essere modificata in sede di trattative con i sindacati e di dibattito parlamentare. Ma quale passo avanti ha compiuto il Ministro Giannini? Ha fatto spedire circolari per sapere, dai presidi, di quanti, ma soprattutto di quali, docenti ritengano autonomamente di avere bisogno. Proprio alla faccia di uno dei punti più controversi, cioè, sui quali il "premier" Renzi cercherà di raggiungere un accordo. Una sfida a Matteo? Ma figurarsi. Semmai il prercetto evangelico, reso metafora laica, "non sappia la mano destra quello che fa la mano sinistra". Il che, tuttavia, non dovrebbe essere. Non dovrebbe essere che il "premier" e i suoi Ministri non si parlino e non sappiano ciò che ciascuno sta facendo.
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