"I vertici di "Cassa depositi e prestiti" - ha esprersso il suo parere il "premier" Matteo Renzi - hanno rafforzato, in questi anni, il ruolo dell'ente e hanno ottenuto importanti risultati nel supporto all'economia. La "Cassa", del resto, ha acquisito una poisizione di primo piano tra le grandi istituzioni ginanziarie pubbliche nel mondo".
Un risultato eccellente, dunque, giustamente riconosciuto al presidente della "Cassa", Franco Bassanini, e all'amministratore delegato, Giovanni Gorno Tempini. Solo che i due, dopo il solenne elogio, sono stati "invitati" a lasciare, con due anni di anticipo sulla naturale scadenza, i loro incarichi. Incomprensibile incoerenza? No: nuova inquietante presa di possesso, da parte del "premier" Renzi, di un altro centro di grande potere e di molto danaro. Poiché, infatti, il nuovo presidente scelto sarà Claudio Costamagna e il nuovo amministratore delegato Fabio Gallia e, cioè, due suoi fedeli della prima ora. Ma quelle Fondazioni bancarie senza le quali non sarebbe stata possibile l'operazione? Il furbo Matteo ha assicurato che l'attuale dividendo non verrà loro toccato e, così, ha da subito avuto, da loro, il nulla osta. E il bravo Franco Bassanini? Il furbo Matteo gli ha garantito che verrà nominato consulente di Palazzo Chigi per le questioni riguardanti la "banda larga" dei sistemi di telecomunicazione e, così, ha avuto l' ok anche da lui. Pur se lui, Franco Bassanini, resterà alla guida di quella "Metroweb" che è la concorrente di "Telecon Italia" per la creazione della rete in fibra ottica per la trasmissione rapida dei dati. In palese conflitto, cioè, di interessi. E chi non fosse d'accordo - compresi quelli delle Autority - stiano, come al solito, sereni. In attesa, magari, che il "premier" Renzi tolga la poltrona anche a loro. Così è, se vi pare. E, purtroppo, anche se non vi pare.
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