"Dieci ore a raccogliere agrumi senza una pausa nemmeno per mangiare - nelle campagne di Cassano allo Jonio - dieci euro in nero".
Un euro, cioé, l'ora. E guai a protestare. Finché la Guardia di finanza di Sibari ha scoperto lo spregevole sfruttamento e ha denunciato sei schiavisti. I quali, dunque, dovranno comparire davanti ai giudici. E l'augurio è che la condanna, quando sarà, sia la più severa possibile. Sarebbe stato giusto un carcere duro, a pane e acqua, per una ventina di anni. Ma altri tempi. Oggi, però, che almeno la pena non finisca per essere un "mozzico" di arresti domiciliari. Una pena, cioé, da scontare comodamente a casa. Con vista, magari, sugli agrumeti della vergogna. Mangiando "maccaruni alla pastura", "piscispata alla bagnarota", "brocculi 'ffucati" e "pignolata" per "dessert". Il tutto annaffiato con qualche bicchiere di "Cirò". Alla salute. Loro. E alla faccia. Degli schiavi.
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