"Addio ai vitalizi per i parlamentari cessati dall'incarico e condannati in via definitiva a più di due anni di reclusione - così è stato reso pubblico - avendo votato ieri il relativo decreto - dagli Uffici di Presidenza della Camera e del Senato".
Ma addio a tutti come potrebbe sembrare? No: si salveranno dalla ghigliottina i condannati per abuso di ufficio e di corruzione per atti di ufficio, proprio quelli i quali più spesso incappano nel rivestire una funzione pubblica, nonché i condannati che avranno patteggiato in caso di sentenze pronunciate dopo l'entrata in vigore del decreto e i condannati che siano stati riabilitati. Si salveranno quindi per ora così - tanto per fare qualche esempio - politici come Domenico Nania (condannato a sette mesi per lesioni personali), Roberto Maroni (condannato a quattro mesi e 20 giorni per resistenza e oltraggio alla forza pubblica), Paolo Cirino Pomicino (condannato per la "maxi tangente Enomint", alla fine, a soli due anni e, quindi, entro la soglia), Claudio Martelli (condannato a otto mesi anch'egli, alla fine, per il suo coinvolgimento nella stessa "maxi taangente Enimont"), Gianni De Michelis (condannato anch'egli, per la "maxi tengente Enimont" e in seguito all'inchiesta sulle tangenti sulle autostrade venete, prima a quattro anni, ma poi, con il patteggiamento in Appello, a due anni complessivi), Giorgio La Malfa (condannato a sei mesi per finanziamento illecito ai partiti), Paolo Pillitteri (condannato a quattro anni e sei mesi anch' egli per finanziamenmto illecito ai partiti più ricettazione, ma poi "riabilitato"), Renato Farina (l'agente Betulla dei Servizi segreti condannato a sei mesi per favoreggiamento nel sequestro dell'imam egiziano Abu Omar). Ma poi anche molti altri e, quindi, tanti saluti allo strombazzato addio ai vitalizi di tutti quei parlamentari cessati dall'incarico e condannati come i cittadini si sarebbero giustamente aspettato. E che si staranno certamente congratulando con i "severi" Presidenti di Camera e Senato.
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