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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

mercoledì 27 maggio 2015

La tegola sul Vincenzo

"Le Sezione unite della Cassazione - chiamate ad esprimersi su un ricorso presentato dal "Movimento per la difesa del cittadino" - hanno sentenziato che, da ora, a giudicare sui ricorsi contro l'applicazione della "Legge Severino" (no a ricoprire cariche pubbliche anche in caso di condanna solo in primo grado) non saranno più i Tribunali amministrativi regionali, ma i Tribunali ordinari".
E adesso, pover'uomo? Adesso, povero candidato pd a Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, condannato in primo grado - come noto - per abuso di ufficio? Lui aveva sempre arrogantemente e spocchiosamente dichiarato che, in caso di sua vittoria, in quattro e quattr'otto sarebbe stato reintegrato - come già avvenuto per il "caso sindaco di Salerno" - dal Tribunale amministrativo regionale. Ora invece, se proprio volesse ricorrere contro la severa "Legge Severino", potrebbe certo farlo al Tribunale ordinario, ma si sa purtroppo bene quali siano i tempi di un Tribunale ordinario. Altro che quattro e quattr'otto. Neppure quattro e quattr'otto mesi. Fatti - potrebbe osservare qualcuno - fatti tutti suoi. E invece no. Fatti di tutti i cittadini campani perché non è affatto chiaro e certo se, e semmai chi, potrebbe governare la Regione al posto di un Vincenzo De Luca eventualmente vincente alle urne. Il segretario del Pd e premier" Matteo Renzi - per non sapere, come si dice, né leggere né scivere - ha intanto annullato il suo comizio elettorale a Napoli. Anche perché, poi, potrebbe anche verificarsi questo buffo fatto: nel caso  Vincenzo De Luca fosse eletto e fosse immediatamente sospeso, a formalizzare la sua sospensione dovrebbe essere anche lui. Lui, Matteo Renzi. E questa volta - senza ironie - con la penna di "Speedy Gonzales". A meno che voglia mostrarsi un chiaro complice di una vicenda tutta da condannare fin dall'inizio. Firmando invece, cioè, con la penna di una tartaruga. Dando così modo a Vincenzo De Luca il tempo di nominare un suo vice  e una sua squadra di governo. E al Pd di tenersi l'eventuale vittoria in Campania. Altro che De Coubertin: l'importante, insomma, sarebbe non partecipare secondo le regole, ma vincere a tutti i costi.
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