"Gravi scontri tra tifosi, mezza città in "tilt", 1700 agenti e carabinieri distratti dai loro compiti più istituzionali - anche dopo il "derby" di lunedi Lazio-Roma - hanno confermato che il calcio, ormai, non è più uno sport e uno spettacolo, ma il pretesto di battaglie sempre più cruente tra delinquenti travestiti da tifosi".
Domenica - come si sa - ultima partita del campionato 2014-2015. Ma - ecco - i competenti organismi della Federazione italiana gioco calcio - o, se non loro, il Governo - lasceranno che anche il campionato 2015-2016 sarà all'insegna della violenza e alla mercé delle "cosche da stadio"? Sarebbe urgente adottare provvedimenti finalmente seri e decisi. Duri come si conviene. Senza guardare in faccia a nessuno. Soprattutto a quelle società che di quelle cosche sono progioniere, se non conniventi. Meglio, altrimenti, alzare il "cartellino rosso" al prossimo campionato e squalificarlo almeno per un anno. Un anno senza partite di pallone? E beh? Si potrebbe vivere ugualmente anche senza. E non si rischierebbe di morire fuori o dentro lo stadio.
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