"Sul "giallo" della scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori è scesa - dopo trentadue anni dai fatti - la scure dell'archiviazione".
La Giustizia italiana, anche perché inizialmente boicottata da certi ambienti vaticani, non è dunque riuscita a fare neppure un minimo di luce e a raccogliere neppure un minimo elemento valido di indagine. Un "giallo", perciò, senza finale. Lasciato senza una soluzione né logica né a sorpresa. Con tanti personaggi - tra faccendieri, spie, sette, servizi deviati, malavitosi e monsignori reticenti - ma senza uno o più colpevoli. Un intrigo difficile, certo, da tenere con il fiato sospeso. All'ultima pagina, però, il vuoto. Non è stato neppure il classico maggiordomo. E neppure un più o meno alto prelato. Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, scomparse chissà dove e chissà perchè nel lontanissimo 1983, una inconcepibile vergogna per la Giustizia italiana, insomma, e per certi ambienti inquietanti all'interno del Vaticano. Specialmente ai tempi del noto affarista arcivescovo Paul Casimir Marcinkus, grande amico e sodale di personaggi come i massoni e mafiosi Michele Sindona e Guido Calvi, indagato pe riciclaggio di denaro proveniente dal narcotraffico e scampato all'arresto soltanto grazie al suo passaporto diplomatico della Santa sede.
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