"In una società spesso ebbra di consumo e di piacere, di abbondanza e di lusso, di apparenza e di narcisismo - così. tra l'altro, nell'omelia di Papa Francesco nella Messa della notte di Natale - Gesù che nasce ci chiama ad un comportamento sobrio, cioè semplice, equilibrato, lineare, capace di cogliere e vivere l'essenziale".
Sante parole anche per chi sia, oltre che cristiano, ebreo, musulmano o ateo. Che creda o no in quel Gesù. Perché parole con un richiamo a valori universali. Ma - ecco - parole che entreranno da un orecchio per uscire dall'altro o entreranno nel cuore per uscire con azioni e comportamenti virtuosi? Seconda ipotesi difficile, purtroppo, in un sistema in cui consumo e piacere, abbondanza e lusso chi li ha fa di tutto, proprio di tutto, per conservarseli e chi non li ha fa di tutto, proprio di tutto, per afferrarli anche lui. E in cui apparenza e narcisismo sono, ormai, la regola radicata e il cattivo esempio perfino di chi governa il mondo e, in particolare, l'Italia delle Istituzioni, della politica, dell'economia fino all'Italia dello spettacolo e dello sport. Ci vorrebe un miracolo. Perlomeno, intanto, laico. Che sarebbe anche questo, pur se in una accezione diversa, più che sacrosanto anch'esso.
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