"Il Consiglio dei Ministri - recependo la normativa voluta dall'Unione europea - ha varato le nuove regole sul "Salva Stato dalle crisi bancarie"".
In caso di fallimento di un istituto di credito, cioé, scatterà quel "bail in" che, in parole povere e in italiano, significherà il "salvataggio interno" cui saranno costretti, innanzitutto, gli azionisti - e questo va bene - ma, ove non fosse sufficiente, i possessori di obbligazioni e i titolari di conti correnti per la parte eccedente i 100 mila euro. E questo non va bene perché verranno chiamati a pagare gli eventualai errori e le eventuali varie irregolarità delle banche anche moltissimi i quali hanno affidato loro i propri risparmi spesso di una vita. Continuando a ricevere, oltretutto, interessi scandalosamente risibili. Giusto - ci mancherebbe - che gli Stati non debbano essere più chiamati a svenarsi per le colpe o il dolo di qualche irresponsabile istituto di credito, ma giusto che, a svenarsi, debbano essere chianmati anche gli innocenti risparmiatori? Forse è meglio quando l'Unione europea si dedica a dettare le norme sulla curvatura dei cetrioli. Come è avvenuto: non è una "battuta".
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