Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, partirà - fra mercoledi e giovedi - di nuovo per gli Stati Uniti. Su invito, questa volta, del collega di Filadelfia, Mihael Nutter, in occasione della visita del Papa".
Ma a Roma non si sta andando verso un nuovo sciopero di bus e metropolitane, non di stanno ripetendo blocchi sempre più numerosi sulle linee interurbane, non si sta trattando dell'apertura dell'Ama (l'azienda per la raccolta dei rifiuti) a imprenditori privati, non c'è da stare dietro ai lavori e ai tempi del Giubileo sempre più imminente, al caos in Campidoglio, alla battaglia contro la corruzione? Tutto questo, sì. Tutto questo, anzi, e altro ancora di non poco conto. E lui, però, l'Ignazio, se ne infischia e se ne rivà via. Nei suoi "amati" Stati Uniti d'America. Sempre con quel suo sorriso di cui non si sa il perché. O perché lui, l'Ignazio, è contento tutte le volte (sempre) che non può fare nulla di veramente utile per Roma. E più i problermi della città aumentano più lui aumenta i suoi viaggi. "De ti, Roma, me ne battu ù belin" (dal genovese natio: "Di te, Roma, me ne strasbatto").
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