"Ieri - per ricordare e commemorare i 366 migranti morti, nel 2013, in un solo terrificante naufragio nelle acque del Mediterraneo - discorsi, messaggi, processioni, cortei e corone in mare".
Ma oggi? Domani? "Il ricordo serve - ha detto, giustamente, la Presidente della Camera, Laura Boldrini - ma non può bastare quando il numero dei morti continua ad essere quello di sempre. Nel Mediterraneo, anzi, si continua a morire più di prima". La conferma, se ce ne fosse stato bisogno, è venuta dall'Alto commissariato della Nazioni unite per i rifugiati il quale ha stimato che, dal primo gennaio ad oggi, sono già annegati, durante le "traversate della speranza", 3.498 migranti. E, cioé, uno ogni 42 imbarcati. Quasi 13 al giorno. Altro, dunque, che messaggi, discorsi, processioni, cortei e corone in mare. Anche se l'Italia ha ben poco, se non nulla, da rimproverarsi. Chi ha molto, moltissimo, da rimproverarsi è quell'Unione europea che non risolve l'immenso e drammatico problema dei migranti. In parte perché non è capace, in parte perché non vuole. E non avverte nemmeno il dovere, oltre che il sentimento, di essere almeno autorevolmenete presente ad una cerimonia di commemorazione. Non solo, insomma, l'Europa dell'incapacità e degli egoismi. Anche l'Europa del più squallido cinismo e della più squallida insensibilità.
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