"La Camera - lunedi prossimo - sarà chiamata a pronunciarsi sulla proposta di legge, presentata dal "Movimento 5 stelle", per il drastico dimezzamento dello stipendio e dei rimborsi spese dei deputati".
Oddio - si sono preoccupati nel Pd - adesso che si fa? Se ci pronunciamo per il no, facciamo la figura di quelli i quali, mentre continuano a predicare risparmi, poi non vogliono far risparmiare 61 milioni, allo Stato, con quel dimezzamento. Ma, se ci pronunciamo per il sì, il "Movimento 5 stelle" si intesterebbe il successo dell'eccezionale operazione e lo farebbe volare con i "no" al referendum del 4 dicembre. La preoccupazione, però, è durata poco. Qualcuno, magari il consulente di Renzi, Jim Messina, o l'ex comandante dei vigili urbani di Firenze ora capo del Dipartimento affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi, Antonella Manzione, ha subito trovato l'autentica scappatoia. Questa: lunedi, poichè la proposta di legge è stata spedita in aula - guarda caso - senza i relativi emendamenti presentati in Commissione, verrà richiesto che, a termini di regolamento, torni di nuovo in Commissione. Di modo che sia possibile ricominciare tutto daccapo e far trascorrere il tempo necessario per superare la fatidica data del 4 dicembre referendario. Dopo il quale, poi si vedrà. Della serie: c'è sempre un rimedio a tutto.
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