"L'Assemblea generale dell'Onu - due giorni fa - ha detto sì, con 173 voti su 193, all'ingresso dell'Egitto nel Consiglio per i diritti umani".
A chi ha chiesto alla Farnesina se l'Italia, che attende ancora la verità sul brutale assassinio di Giulio Regeni, abbia votato anche lei sì, la risposta è stata che non poteva dirsi nulla perché il voto è stato segreto. Stupisce, comunque, che ben 173 Paesi abbiano votato l'ingresso, nel Consiglio Onu per i diritti umani, di quell'Egitto che - stando ai dati di Amnesty International - vanta 41 mila prigionieri politici, 1.700 "desaparecidos" nel solo 2015 e 754 omicidi extragiudiziari nei primi cinque mesi di quest'anno, D'atra parte, però, nel Consiglio Onu per i diritti umani sono presenti ad esempio, già da tempo, Paesi come la Cina, dove le migliaia di esecuzioni annuali vengono precedute dall'espianto degli organi dei condannati, e l'Arabia Saudita, dove le decapitazioni pubbliche sono più popolari di una partita di calcio. Povero mondo, se perfino l'Onu, con il cinico pretesto della diplomazia e degli equilibri politici mondiali, non esita a vendersi l'anima al diavolo.
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