"Non sarà più domani - ma dopodomani - l'ufficializzazione delle nuove nomine in Rai".
Il solito uccellino impiccione, però, è andato a vedere nelle carte dell'amministratore delegato, Antonio Campo Dell'Orto, e della presidente, Monica Maggioni, e ha cantato: Luca Mazzà, al "Tg3", al posto di Bianca Berlinguer, Ida Colucci, al "Tg2", al posto di Marcello Masi, Nicoletta Manzione, a "Rai Parlamento", al posto di Gianni Scipione Rossi. Nessun cambiamento, invece, al "Tg1" diretto da Mario Orfeo. Ma perché Bianca Berlinguer, Marcello Masi e Gianni Scipione Rossi via e Mario Orfeo no? Non certo perché i primi tre hanno mostrato scarsa professionalità e scarso rendimento anche auditel. Solo perché tutto sommato autonomi, questi primi tre, e non troppo ossequienti a Palazzo Chigi. Che, evidentemente, gravissima colpa è. Colpa da far scontare. E largo a chi dia più affidamento nel guardare molto più spesso e molto più entusiasticamente al "premier" e ai suoi Ministri. Specialmente ora che comincerà ad entrare nel vivo la campagna governativa per il "sì" al referendum sulle riforme costituzionali. Metodi vosì erano in auge ai tempi della Dc e di Silvio Berlusconi. Matteo Renzi aveva annunciato che quei metodi sarebbero finiti. Annunciato, appunto. Annunciato, non concretizzato. E dunque, oltre che volpe e "Speedy Gonzales", Matteo il "gattopardo".
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