"L' "Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche" ha presentato all'Onu un rapporto - corredato da 8.500 documenti, 950 foto, 450 video - nel quale si dimostrerebbe che le truppe del dittatore siriano Bashar Assad avrebbero bombardato i villaggi controllati dai ribelli, il 21 aprile 2014 a Talmens e il 16 marzo 2015 a Sarmin, con agenti chimici".
Ma il dittatore Bashar Assad non aveva garantito, alla fine di agosto 2013, che si sarebbe disfatto di qualsiasi armamento chimico? Certo. Ma Bashar Assad, evidentemente, sembrerebbe aver ritenuto la parola data, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, come una foglia secca portata via dal vento. E però, di fronte al rapporto che lo metterebbe con le spalle al muro, quale dovrebbe essere, ora, la reazione del Consiglio di sicurezza? Quella di applicare le ritorsionia suo tempo saggiamente previste. Come ha chiesto già la Francia. Ma che la Russia, amica di Bashar, difficilmente farà passare. Il siriano Bashar Assad e il turco Recep Tayyip Erdogan, comunque, due campioni delle Olimpiadi della ferocia e del doppio gioco. Ma perché dare loro, come molti vorrebbero, la medaglia d'oro e non la squalifica che meriterebbero?
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