"La Procura di Trani - è esplosa la notizia - ha indagato la "Deutsche Bank" con questa ipotesi di accusa: avere manipolato il mercato, nel primo semestre del 2011, con la cessione di bond italiani per sette miliardi di euro. Fatto che avrebbe determinato l'inizio della spirale del nostro debito pubblico, che avrebbe portato l'Italia sull'orlo del baratro, che avrebbe accompagnato il Governo Berlusconi alla fine del mandato e che avrebbe determinato l'avvento dei "professori" di Mario Monti".
Un'ipotesi di accusa, dunque, quanto mai clamorosa. Che ha tradotto in un atto giudiziario, in verità, quanto sempre sostenuto e denunciato da molti illustri economisti e dalla politica più seria ed obiettiva. Ora, comunque, "Deutsche Bank" dovrebbe sorridere di meno. Perché un conto sono le pur legittime accuse di economisti e politici, un conto le accuse dei magistrati. A meno che qualcuno - come spesso accaduto e continua ad accadere - non intervenga su quei magistrati. Qualcuno, magari, che proprio in questi giorni si sta incontrando e, ad ogni incontro, baci e abbracci tipo carissimi amici. Anche se uno è più nerboruto e l'altro è più mingherlino. E, dunque, più costretto a cedere. Onore al coraggio e all'onesta professionale, comunque, dei magistrati della Procura di Trani. Con l'augurio che nessuno insinui, nemmeno, una loro volontà di agire per mettere in crisi Matteo Renzi. Il quale, tra l'altro, è in crisi - secondo una indagine di "Ixé" per "Agorà" - già per conto suo. Con il fiato del "5 stelle" Di Maio ormai sul suo collo.
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