"Io sono cattolico - ha risposto, a chi gli chiedeva del suo passo allungato sulle unioni civili diventate legge, il "premier" Renzi - ma ho giurato sulla Costituzione, non sul Vangelo".
Principio - ci mancherebbe - laicamente giusto. Ma, da un ex chierichetto ed un ex boy scout, ci sarebbe stato da attendersi un'affermazione meno brutale. Il Matteo, comunque, è stato così fin da bimbino. Fin da bimbino, ad esempio, avrebbe voluto vincere sempre lui senza badare alle parole e ai comportamenti. Si ricorda che, quando gli fosse capitato di perdere una partita di calcetto, per ritorsione s'impossessava del pallone e se ne andava. E ora che è cresciuto, anzi, sono cresciuti anche il suo egocentrismo, la sua arroganza e la sua rozza disinvoltura. Tanto da non fargli temere, neppure, le possibili conseguenze di ripetuti sgarbi, formali ma anche sostanziali, a Santa Romana Chiesa. Che, ove lo decidesse, potrebbe fargli anche perdere la partita del referendum di ottobre. Ove però fosse, perdendo quella partita, lui se ne andrebbe portandosi questa volta via, per ritorsione, il colonnato di San Pietro?
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