"Il professor Massimo Cacciari - ha confermato lui stesso - voterà "sì" al referendum sulle riforme costituzionali".
Quel professor Cacciari il quale, non troppo tempo fa, se n'era uscito con "Siamo arrivati alla Boschi che si intesta la riforma costituzionale. Renzi ha dato a lei, poco più che trentenne, il compito di riformare la Costituzione. Non aggiungo altro: sarò misericordioso"? E quel professor Cacciari il quale, ancora oggi, continua a definire la riforma come "modesta e maldestra", un "brutto topolino partorito dalla montagna", un "testo pieno di trovate balzane"? Proprio lui. Ma allora? Allora - ha creduto di giustificare qualcuno - il "pensiero negativo" del filosofo Cacciari sta lasciando il posto, forse, al "pensiero positivo". Potrebbe anche essere. Ma tutto lascerebbe presumere, più verosimilmente, che quello attuale del filosofo Cacciari sia, piuttosto, un "pensiero logicamente disconnesso". Ma c'è da capirlo. Non tutti i filosofi possono essere razionali come Aristotele e Kant.
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