"Se la legge sul rinnovo di alcune parti della Costituzione non verrà cambiata - così, in sintesi, il lungo editoriale domenicale del fondatore di "Repubblica", Eugenio Scalfari - io voterò "no" al referendum di ottobre. E immagino che sarebbero in molti a votare in questo stesso modo. Perché, così rimanendo la legge, Renzi diventerebbe il padrone di tutto e questo sarebbe un disastro per il Paese".
Un piatto avvelenato, insomma, che Matteo Renzi non si sarebbe verosimilmente atteso, per di più in un dì di festa, sulla diffusissima "Repubblica" dei "radical chic", della grande finanza, dell'imprenditoria di sinistra, del ceto medio liberal-progressista. Ma il piatto avvelenato, ormai, è stato comunque servito e potrebbe essere un problema trovare un rapido ed efficienete antidoto per neutralizzarne gli effetti. Anche perché preparato, con abili ingredienti, da uno "chef" molto seguito ed ascoltato nella cucina della politica e nei salotti del "big business". Questa volta, dunque, a Matteo Renzi non sarà sufficiente la sua solita alzata di spalle. Il "gufo", questa volta, è un "gufo" di peso e di notevoli dimensioni. Il cui verso, il bubolo, non è dei soliti che vanno a disperdersi nell'aria, ma è l'avvio di un'eco destinata a diffondersi di valle in valle. E sì, Maremma eugenia boia.
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