"Jacqueline Magi - giudice a Prato - sommersa da 1.800 fascicoli giudiziari, si è messa a lavorare a cottimo e ha cominciato a programmare una serie di udienze straordinarie".
Le è stato detto brava? Macché. Il presidente del Tribunale di Prato, Nicola Pisano, ha emesso anzi un'ordinanza, citando lei espressamente, nella quale viene ribadito che tutte le udienze, comprese quelle straordinarie, devono essere autorizzate da lui. E chi dovesse trasgredire rischierebbe provvedimenti disciplinari. Ma non per cattiveria o chissà cos' altro - ha tenuto a precisare il presidente Pisano - solo perché, in una città come Prato in cui convivono 127 etnìe, la falsificazione dei marchi è una piaga, i fallimenti e gli sfratti sono da record, non è possibile pretendere dai cancellieri, dopo gli ulteriori tagli del 35%, un lavoro straordinario di dieci ore al giorno, di cui quattro senza remunerazione. Tutto vero, tutto giusto. Ma tutto incredibilmente assurdo e inaccettabile. Un giudice vorrebbe fare il suo dovere fino in fondo, ma non può perché glielo impediscono i tagli irresponsabili alla Giustizia? Le cause aspettino anche dieci anni. Vadano pure in prescrizione. Chissenefrega. L'importante è che i tagli non vengano fatti, davvero, alla politica e agli enti inutili. Giudice Jacqueline Magi, non "rompere".
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