Benvenuti

"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

martedì 20 ottobre 2015

Definitivo: Emanuela e Mirella, non è stato nessuno

"Il giudice monocratico Giovanni Giorgianni ha fatto calare ieri, sul "giallo" della scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori - "per mancanza di precisione e di coerenza nel materiale investigativo raccolto" - la scure della definitiva archiviazione".
Il 6 maggio scorso, dopo una prima "provvidenziale" archiviazione e prima che poi fosse riaperto il "caso" ieri definitivamte richiuso, su questo "blog" si era scritto: "La Giustizia italiana, anche perché inizialmente boicottata da certi ambienti vaticani, non è dunque riuscita a fare neppure un minimo di luce e a raccogliere nemmeno un minimo elemento valido di indagine. Un "giallo", perciò, senza finale. Lasciato senza una soluzione né logica né a sorpresa. Con tanti personaggi - tra faccendieri, spie, sette, servizi deviati, malavitosi e monsignori reticenti - ma senza uno o più colpevoli. Un intrigo difficile, certo, da tenere con il fiato sospeso. All'ultima pagina, però, il vuoto. Non è stato neppure il classico maggiordomo. E neppure un più o meno alto prelato. Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, scomparse chissà dove e chissà perché nel lontanissimo 1983, una inconcepibile vergogna per la Giustizia italiana, insomma, e per certi ambienti inquietanti all'interno del Vaticano. Specialmente ai tempi del noto affarista arcivescovo Casimir Marcinkus, grande amico e sodale di personaggi come i massoni e mafiosi Michele Sindona e Guido Calvi, indagato per riciclaggio di danaro proveniente dal narcotraffico e scampato all'arresto soltanto grazie al suo passaporto diplomatico della Santa sede". Nulla, oggi, da aggiungere. Se non che più di qualcuno - nella Curia vaticana così come in certi ambienti della malavita, del controspionaggio, dell'attività investigativa e giudiziaria - ha tirato, ieri, un lungo definitivo sospiro di sollievo. "Requiescant in pace". Vittime e non vittime. Anche se in condizioni e per  motivazioni diverse.
,

Nessun commento: