"Tutto è ancora avvenuto - negli Stati Uniti - nel giro di pochi giorni. Una bambina di otto anni, nel Tennessee, è stata uccisa con una revolverata, nel suo giardino, da un ragazzino di undici al quale non aveva permesso di accarezzare il suo cane. Una ragazzina di dodici anni, a Long Island, è morta nella sua casa perché, durante una sparatoria in strada fra due gang rivali, un proiettile ha infranto i vetri della finestra e l'ha raggiunta in pieno alla testa. Un bambino di sei anni, giocando a "guardie e ladri" con la pistola di suo padre, ha lasciato partire accidentalmente un colpo e ha ucciso il fratelliuno di tre".
Allucinante. Come allucinanti sono questi dati forniti dall'associazione "Everytown for Gun Safety": un anno fa, negli Stati Uniti, i bambini rimasti uccisi dalle armi, detenute soprattutto in casa, sono stati almeno cento. E due milioni di bambini vivono in abitazioni nelle quali si tengono armi senza la dovuta osservanza delle norme di sicurezza. Ma che fa? La potentissima "lobby" dei fabbricanti di fucili e di revolver continua ad essere libera di mettere sul mercato i suoi maledetti prodotti. E sicuramente, anche quando un bambino ne rimane vittima innocente, non va al suo funerale.
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