"Oggi, 8 marzo, "Festa della donna". La ormai solita valanga di solenni dichiarazioni, di attestazioni di stima, di riconoscimenti, di promesse da parte di tutte le Istituzioni internazionali e nazionali del mondo occidentale, di tutti i partiti, di tutti i sindacati e di tutti i movimenti femministi, di dati da tutti gli istituti di statistica, di incensi da tutti i quotidiani, da tutti i programmi tv e anche dalla Chiesa. Con milioni dell'altro sesso a presentarsi alle loro donne, questa mattina, con rami di mimosa e mazzi di rose".
Poi però, già da domani, comincerà ad essere, di nuovo, un altro giorno. Per altri 364 giorni, cioé, fino all'8 marzo del 2017, mimose e rose appassiranno così come appassiranno le solenni dichiarazioni, le attestazioni di stima, i riconoscimenti, le promesse delle Istituzioni, dei partiti, dei sindacati e dei movimenti femministi, l'attenzione degli istituti di statistica, gli incensi dei quotidiani, dei programmi tv e anche della Chiesa. Continueranno a fiorire il disprezzo, lo sfruttamento, i soprusi, le violenze non solo fisiche, la negazione di troppi diritti e di una vera parità di genere. E, sempre più frequentemente, anche donne contro donne. Oggi, 8 marzo, "Festa della donna". Sarebbe bello. Ma oggi, 8 marzo, è piuttosto la "Festa dell'ipocrisia". Purtroppo.
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