"Un raragazzino di 13 anni - a Ludhiana - ha stuprato una bambina di 3 e poi ha cercato di sgozzarla. Un ragazzo di 20 anni - a Greater Noida - ha violentato una ragazzina di 15 anni e poi l'ha bruciata viva. Una donna che ha cercato di opporsi all'aggressione di un "branco" - a Uttar Pradesh - non ha potuto trattenere in braccio il figlioletto che, caduto in terra, è morto sul colpo".
Dove sono le cittadine di Ludhiana, Greater Noida e Uttar Prades nelle quali si sono verificati, in questi ultimi sette giorni, i tre terribili episodi? Tutte e tre in India. In quella India dove gli stupri, anche quelli più feroci, continuano ad essere uno sport nazionale. Dove le mucche sono sacre e le donne carne da consumare selvaggiamente. Dove le scimmie sono ladre e gli uomini sono violentatori. Dove perfino alcuni giudici sono inclini allo stupro, seppure del giusto e buon diritto. Come continua a dimostrare la scandalosa vicenda dei due nostri marò violentati, metaforicamente certo, da ormai quattro anni.
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